Il Graduate Program è il primo step del percorso di crescita firmato VetPartners. Un programma pensato per supportare i giovani veterinari neoabilitati, permettendo loro di crescere in maniera graduale e affiancata all’interno delle strutture veterinarie della nostra famiglia.
Un percorso durante i quali i Graduates possono sviluppare una sempre maggiore competenza nelle principali branche della medicina veterinaria aumentando gradualmente la loro sicurezza come professionisti. Ma cosa succede quando questo percorso volge al termine?
Ce lo racconta Alessia Farinella, partecipante della terza edizione del Graduate Program che, con il sostegno della sua tutor Vanessa Scanu, è diventata presto un riferimento per i pet parent e il team della Ospedale Croce Azzurra di Roma, struttura della nostra famiglia. Alessia ha inoltre intrapreso il ruolo di Buddy per dare supporto ai nuovi graduate di altre strutture nello stesso percorso.
Ripensando al tuo percorso, qual è stata una situazione che ti ha messo in difficoltà e come l’hai superata?
Una situazione che mi metteva in difficoltà era affrontare in Pronto Soccorso il paziente politraumatizzato. Per superarlo ho ripassato la parte pratica stilando un protocollo personale, oltre a quello generale, sui vari passaggi da seguire. Per le prime volte ho assistito i miei colleghi quando si trovavano in questa situazione per vedere come si comportavano sia per la parte medica ed emotiva che per la gestione del proprietario. Infine, ho fatto delle domande una volta conclusasi l’emergenza.
Com’è cambiata la tua realtà lavorativa adesso che sei Junior?
È stato importante acquisire nel tempo l’autonomia nelle scelte da compiere quando il tempo per consultare altri specialisti era limitato. Ho imparato a non avere paura di fare affidamento solo a me stessa nei momenti in cui è necessario agire rapidamente per salvare un paziente. In queste situazioni, iniziare subito le manovre salvavita può concedere il tempo necessario per approfondire il caso e, in futuro, affrontare situazioni analoghe con maggiore sicurezza e competenza. Ho imparato anche a sentirmi più sicura nel proporre decisioni come l’eutanasia, cosa che in passato avrei avuto più difficolta a fare.
Cosa ti ha spinto a diventare “Buddy”?
Ho scelto di diventare Buddy perché per me è stata una figura fondamentale durante la mia esperienza. Sapere di avere vicino una collega Junior che aveva appena concluso l’esperienza che io stavo per cominciare mi faceva sentire compresa. Mi sentivo libera di chiederle qualsiasi cosa e sapevo di poter contare sul suo sostegno per chiarire qualsiasi dubbio o perplessità. Grazie a lei, ho ricevuto numerosi consigli e aiuti che sono stati essenziali per la mia crescita.
Un consiglio che daresti per sfruttare al meglio il periodo nel Graduate Program
Io consiglierei di assorbire quante più nozioni possibili, mettersi in gioco svolgendo attività pratiche e non avere paura di “buttarsi”, sapendo di poter contare sul supporto del team. È importante farlo con equilibrio, senza eccedere, ma sempre in linea con le competenze acquisite fino a quel momento.
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